“Intorno al 1260 i domenicani di Bologna, mandarono a Vercelli un esiguo gruppo di frati, capeggiati da Beato Giovanni e Filippo da Carisio.
[…]Nei terreni donati al loro Ordine nella regione di porta Pusterna, iniziavano la costruzione della loro chiesa, dedicata a San Paolo, e del loro convento.
[…] La costruzione originaria constava di una piccola chiesa e, a mezzogiorno di essa, di un chiostro intorno al quale erano i fabbricati del convento.
[…] Nel corso dei secoli i domenicani ingrandirono la chiesa ed il convento. Per la chiesa si ha memoria di lavori di grande importanza verso la fine del sec. XV (a partire dal 1480), eseguiti per munificenza di Jolanda di Savoia, vedova del duca Amedeo IX, il Beato e della famiglia Ranzo.
[…] Il campanile fu probabilmente costrutto nei primi anni del 1400 […]
Nel coro si conserva intatta, e con la cornice originale, una delle opere più note e caratteristiche di Bernardino Lanino. La tavola è firmata e datata 1568. Essa era stata ordinata al pittore quindici anni prima dal Comune di Vercelli per ricordare la liberazione della città dai Francesi, che al comando del maresciallo Brissac se ne erano impadroniti nella notte tra il 18 e il 19 novembre 1553.
I Francesi non rimasero in città che due giorni […]
Però il voto, fatto dalla città in quello stesso anno, non ebbe esecuzione che nel 1568, quando il Lanino consegnò ai domenicani di S.Paolo l’ancona della Madonna della Grazia, che è certo una delle migliori tra le sue opere; nella quale è da notare, in primo piano a sinistra, la figura di San Paolo, più copia che imitazione,[…] del bel San Paolo dipinto da Raffaello nel 1512, in primo piano a sinistra della famosa “Estasi di S.Cecilia”, che è ora nella pinacoteca di Bologna.
La chiesa fu chiusa per la legge francese del 1802 che sopprimeva gli ordini religiosi; e, sconsacrata, fu ridotta a usi profani; diventò cioè un magazzino.
San Paolo fu restituito al culto nel 1820, quando vi fu trasportata la parrocchia di S. Tommaso dalla antica chiesa omonima dedicata a quel santo in piazza Cavour, dove è ora la succursale della Biverbanca.”
(Da “Vecchia Vercelli” di Giulio Cesare Faccio, Giuseppe Chicco e Francesco Vola – 1967 – Ed. La Sesia)